IL NOSTRO VIAGGIO IN GALLES e nella COSTA DEL NORFOLK : giugno 2023 . Capitolo 2.

Parte 2. Cardiff . Gower Peninsula (Mumble’s Head and Natural Reserve).

Sulla M4 percorriamo il lunghissimo Prince of Wales Bridge ( in gallese Pont Tywysog Cymru, 5.128 m.) che unisce Inghilterra e Galles : il nuovo ponte sospeso dal 1996 attraversa l’estuario del fiume Severn  ad un’altezza di 137 m. è lungo oltre 5 Km. . La posizione del ponte è vicina a quella del tunnel che unisce le due regioni passando sotto al fiume ed ospita la linea ferroviaria . Costato 330 milioni di sterline , dal 2018 – quando è scaduta la concessione governativa trentennale al consorzio che ha costruito il ponte – il passaggio è gratuito  (il volume del traffico ha garantito un incasso di circa 1 milione di sterline all’anno) .

Siamo entrati nella regione del Wales, su cui regnava il Principe Carlo, ora sovrano del Regno Unito: la bandiera raffigura il dragone rosso, The Red Dragon .  La prima cosa che salta all’occhio è la lingua gallese : tutti i cartelli stradali riportano la doppia indicazione, inglese e gallese.   Devo dire che per noi neofiti è leggermente confondente : assomiglia ad una accozzaglia impronunciabile (ma anche illeggibile) di consonanti e non ha nulla a che vedere con l’inglese.  E’ una lingua di origine celtica, non un dialetto o un vernacolo, e si differenzia radicalmente dall’inglese, nella sintassi, nella grammatica e nella pronuncia.   Non possiede alcune consonanti ( j, k, q, v, x, z ) ; si pronunciano tutte le lettere, alcune con grande difficoltà vista la sequenza, ed alcune con suoni differenti (mutazioni) a seconda del contesto in cui sono inserite.  L’inglese venne imposto come lingua ufficiale nel lontano 1536 ; nonostante l’ invadenza del suo vicino, il gallese ha saputo resistere con alterne vicende sino al 1993 quando viene ufficialmente sancita la parità delle due lingue nel settore pubblico e nella vita quotidiana : quindi  imballaggi, pubblicità, atti amministrativi e giudiziari devono obbligatoriamente essere redatti in  entrambe le lingue. Questo rende orgogliosi i gallesi, meno entusiasti i turisti che si trovano spesso immersi in fiumi di consonanti dissonanti.

Il Galles europeo diventa Wales in Inghilterra, e Cymrù in gallese : il contrario significato della parola (‘straniero’ in inglese , ‘compatriota’ in gallese ) rende l’idea delle differenze di vedute tra i popoli delle due regioni.  E forse ci aiuta anche a comprendere un po’ l’ atteggiamento che troveremo nelle persone che incontreremo nel nostro viaggio, molto differente dalla fredda e distaccata cortesia britannica  : disponibile, gentile ed accogliente , talvolta persino caloroso.

Attraverso un breve passaggio nella vallata del fiume Wye, che inizia a darci un assaggio delle strette strade della regione, approdiamo alla Tintern Abbey , suggestivi ruderi gotici dell’enorme complesso della abbazia cistercense fondata nel 1131. Fino al XIV secolo ha goduto di una certa potenza e ricchezza , ma venne abbandonata nel 1536 per la confisca dei beni della chiesa da parte di Enrico VIII.  La ammiriamo nella luce ancora piena del pomeriggio, appena prima della chiusura .  

Rinunciamo alla sosta notturna in questo luogo perfetto perché è ancora molto presto : decidiamo di raggiungere la nostra prossima meta : Cardiff (Caerdydd) , capitale della regione .

Troviamo agilmente un parcheggio silenzioso e comodissimo, a pochi minuti dal centro storico, in Cathedral Road all’interno del bellissimo Bute Park ( 17,50 sterline per 24 ore) . Cena (avanzi misti : zucchine ripiene, fori di zucca alla ricotta, avanzi delle polpette di zucchine)  e buonanotte .  Dolori diffusi dal collo in giù : oggi 9 km.

Venerdì 2 giugno 2023 . Risveglio tranquillo e riposato …. disturbato da un frenetico ticchettio che ci avvisa che il frigorifero non funziona : oramai espertoni nella ricerca dei centri di assistenza dometic, verifichiamo che ne esiste uno a nord-ovest di Cardiff proprio nella direzione del nostro viaggio.  L’intervento di Gabriele risolve apparentemente il problema, ma scriviamo ugualmente  una mail al servizio per chiedere se hanno il pezzo di ricambio che ci servirebbe, sperando in una risposta prima di sera.   Dopo colazione partiamo alla scoperta della città. Attraversiamo il bellissimo parco diretti al National Museum of Wales , (Amgueddfa Cymrù ) che in realtà è un museo naturalistico e galleria d’arte.  Attraversiamo il quartiere universitario e politico-amministrativo della città, molto tranquillo e rilassante : i palazzi giudiziari, la City Hall (Neuad Dinas Caerdydd ) . Qui veniamo cortesemente invitati ad entrare per ammirarne i bellissimi interni  da operatori gentilissimi e sorridenti : tappeti rossi tutti per noi.   Veniamo poi invitati ed incoraggiati a visitare la galleria d’arte ad ingresso gratuito. Gabriele come al solito nella sua dissociazione linguistico-semantica, non capisce la lingua  ma capisce il significato, al contrario di me (che evidentemente capisco le parole ma non il significato e mi dirigo entusiasticamente verso gli uffici privati della City Hall, nel benevolo sguardo sorridente e materno della operatrice, solo lievemente divertito ed interrogativo, e più austero di Re Carlo che mi osserva da un grande ritratto alla parete). 

).  Il museo è bellissimo e testimonia nuovamente l’estro e la personalità gallesi : il primo piano contiene una magnifica ricostruzione della storia della terra che spiega in modo dettagliato l’origine e la formazione della terra, delle rocce, l’evoluzione della vita, inserendo i  reperti (rocce, meteoriti) e filmati (ricostruzioni impressionanti e video interattivi, riprese sulla conformazione dei diversi ambienti e  territori, ricostruzione dei fenomeni e catastrofi naturali, vulcani, alluvioni, glaciazioni) nel giusto momento della storia.  Ogni elemento, roccia, evento, animale – compresi i suoni dei fenomeni naturali ed i versi degli animali-  compare esattamente nel luogo e momento giusto di ogni ricostruzione, e rendono completa ed immersiva la comprensione della loro storia (e della nostra).       Il secondo piano del museo comprende invece diverse raccolte di arte : ceramiche, arte antica , impressionismo ed arte moderna . Le raccolte sono organizzate , non solo per cronologia, per contenuto : come viene raffigurata la vita quotidiana, o la maternità, o le figure religiose,  dall’arte di diversi periodi ? Come si è sviluppato il linguaggio artistico e a che cosa serve l’arte ?  Per cui troveremo dipinti di Botticelli e Canaletto a fianco di quadri di Matisse, Picasso o Modigliani.  Il soggetto sovrasta il tempo: e per due vecchietti come noi questo punto di vista è favoloso . Difficile restare delusi.   Esausti, pranziamo nel ristorante del museo, nonostante la scarsa fantasia del cuoco : io patata al forno condita con fagioli stufati (jacket potato) ; Gabriele sausage roll con patatine e fagioli stufati. Tap water a volontà.

All’uscita dal museo non resisto alla tentazione di “salvare” il volantino della mostra fotografica sugli orizzonti (che mi è sembrata geniale) da un espositore rotto nel bagno delle signore : non vorrei proprio cadesse a terra e si rovinasse .    Ci dirigiamo in centro e ci capita di raccogliere due ciotole e due cucchiai abbandonati su un muretto , perché non riusciamo a vedere nessun ristorante o locale nelle vicinanze : anche per loro ci dispiacerebbe venissero buttati.   Questi eventi fanno sì che l’immediato arrivo di un’auto della Polizia (Heddlu) a sirene spiegate ci intimorisca un po’ : gli agenti  ci fissano con disappointment , infastiditi solo dal balletto che parte : la Carla inizia ad avanzare ed indietreggiare  “passo, no non passo”, ed i poliziotti indecisi   “parto, no freno” .  Come al solito è Gabriele a risolvere la questione. Dopo una veloce visita al mercato coperto, dove compriamo ciliegie e pomodori per la cena e qualche scones per la colazione di domani, passeggiamo per la città vecchia : il Castello (circondato da uno splendido muro sormontato e sorvegliato da una moltitudine di animali della giungla) , la Cattedrale cattolica, il Millennium Stadium e rientriamo in camper oramai stanchi (anche oggi 9 km.)  Riceviamo alcune mail dal centro di assistenza dometic che ci informa che : non hanno il pezzo che ci serve (pannello di controllo e display) , serviranno alcune settimane perché arrivi, non hanno neppure tempo per un appuntamento perché per alcuni giorni le loro agende sono piene.  

Per fortuna quando arriviamo in camper vediamo che il nostro frigorifero funziona ancora : decidiamo quindi di dirigerci alla nostra prossima tappa : la Gower Peninsula (Gwyr) , dopo Swansea cittadina universitaria, dove ci fermiamo solamente per fare un po’ di spesa. Approdiamo a The Mumbles (Mwbwls) , in un magnifico parcheggio affacciato al mare d’Irlanda , con isoletta e faro bianco. Costo per le 24 ore : 17.50 sterline.   La cittadina è famosa per la bellezza della passeggiata sul mare e per la presenza di numerosissimi pub, che nel fine settimana attirano folle di studenti della vicina università : nel periodo scolastico vige la tradizione di percorrere il Mumbles Mile – miglio che concentra 15 pub – ed uscirne vivi ed in piedi (dopo almeno 15 pinte di birra).    L’atmosfera è idilliaca, ma improvvisamente e senza preavviso si guasta  alle ore 22, quando si scatenano incomprensibili corse di ragazzotti in auto roboanti tra strada e parcheggio, come se fossimo a Le Mans .   Impensabile scendere dal camper per protestare : ti stirerebbero immediatamente e dovrebbero riconoscerti con l’esame del DNA.  Mi viene un nervoso potente : peccato non abbia portato un fucile a pallettoni e possa lanciare solo pastina in brodo o tagliolini al prosciutto… come dare perle ai porci (ed è un’offesa per i porci).  Insomma : dal mio punto di vista tutto ciò che serve per rovinare un posto idilliaco.    La cena è comunque ristoratrice ed i sapori di casa ci rincuorano un po’  : salsiccia bolognese, insalata di pomodori ed avocado, ciliegie.

E Il riflesso della luna sul mare argento brillante.    Anche per oggi : buonanotte.

Sabato 3 giugno 2023 .   Buonanotte …. dopo le due : fino ad allora rombi potenti e ondeggiamenti del camper ad ogni passaggio in velocità.   Verso l’ una pensavo che ci fosse il terremoto.

Dopo siamo crollati ( a dire il vero la Nina è crollata alle 9 ; Gabriele a mezzanotte) ed abbiamo dormito tranquilli fino a mattina.   Oggi sole pieno e cielo azzurro e limpido , perfetto per il programma di fare passeggiate verso il paese e sul coastal path.

Iniziamo dal Mumbles Pier, in disuso : la parte iniziale accoglie alcuni locali che adorano i cani (ciotole con acqua ovunque, gelato per cani) ;  il balcone è addobbato dai lavori di un gruppo di maglia creativa, attivo sin dal 1980 con pannelli celebrativi degli eventi rilevanti.  Passeggiamo sul lungomare e diamo un’offerta ai volontati del Lifeguard (i guardacoste soccorritori) ; ritorniamo attraverso la spiaggiona e il larghissimo bagnasciuga, scoperto e ricamato dalla bassa marea e dai riflessi del sole.  Foto panoramiche dalla cima del  Mumbles Head all’isolotto del  faro ( Mumbles Lighthouse ) e rientro in camper : teoricamente per preparare il picnic, praticamente per tutto il pranzo (risottino Knorr funghi e zafferano, salsiccetta e prugne) . Decidiamo infatti di rimanere perché il frigorifero non funziona , e continua a saltare per tre tentativi di riparazione casalinga; poi sembra reggere e funziona.   Non c’è nessun centro di assistenza vicino in cui tentare di prenotare un controllo o la sostituzione del pezzo.  Come ci ha consigliato il nostro amico Dave : finger crossed!   Dopo due orette ci rimettiamo in marcia e prendiamo il sentiero costiero che – regalandoci  panorami splendidi –  dalla nostra Bracelet Bay ci porterà ad attraversare una serie di baie incantevoli  : Limeslade Bay, Langland Bay , Coswell Bay.    Quasi 5 Km. di spettacolo continuo, che ci fa dimenticare la fatica delle continue salite e discese  : scogliere, uccelli, felci, piante, fiori, sole, aria, profumo. 

Nei paesi che avvistiamo dietro alle spiagge la stratificazione delle classi sociali diventa tangibile : sotto i poveri stipati in piccolissimi  bungalow di legno assiepati in lunghe file parallele ; sopra i ricchi con ville dalle grandi vetrate panoramiche e castelli .   Il mare è affollatissimo : più avanza il pomeriggio, più le spiagge assomigliano a Rimini o Riccione (con gli scogli) ; sulla scogliera tutte le declinazioni possibili del picnic e della grigliata.     Avevamo progettato di rientrare con il bus : peccato che – dopo un’ora d’attesa e ripetute richieste ai residenti che ci hanno rassicurato – un anziano signore ci dice che il bus ha spostato la fermata (senza alcuna indicazione per i venti poveri aspiranti passeggeri che aspettano con noi sotto il sole  in piedi , tranne una signora esausta che si siede a terra appoggiandosi ad un lampione): oggi il bus parte sopra il paese, per il traffico oramai estivo che ostacola il passaggio nelle strette stradine.   E dovremmo prenderne due di autobus, che non si sa da dove partono, se partono, quando partono.   Il livello di incertezza ci spinge a ritornare sui nostri passi e percorrere nuovamente il sentiero costiero, con tutte le sue belle salite e discese.   Quando arriviamo al nostro parcheggio sono oramai le 19 ; veniamo accolti dai motori roboanti dei ragazzotti che hanno già dato il via alle corse, ancora più intense ed affollate di ieri sera.

E’ giunta l’ora di scappare a gambe levate, visto che con i 17 km. di oggi abbiamo bisogno di una notte di riposo : decidiamo di abbandonare l’intera penisola di Gower, che non sa tenere a bada questi scalmanati  ragazzotti , e ci dirigiamo verso il Pembrokeshire.   Valutata la disponibilità di punti di sosta (scarsa,  in questa zona ci sono solo campeggi), decidiamo di puntare su Burry Port (Traeth Porth ).   Arriviamo ed occupiamo l’ultimo posto disponibile : piccolo parcheggio gratuito, affacciato su una piccola zona lagunare affiancata da un’area di dune sabbiose . Domani faremo un giro esplorativo : questa sera abbiamo l’energia solo per la cena e la digestione.

Buonanotte, godendoci un silenzio meraviglioso !

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