IL NOSTRO VIAGGIO IN GALLES e nella COSTA DEL NORFOLK : giugno 2023 . Capitolo 1.

Capitolo 1 . Partenza , viaggio, Londra, Bristol

E’ trascorso quasi un anno da quando abbiamo salutato la Scozia : viaggio desiderato per anni ed affrontato con impeto ed impazienza.   Nell’agosto 2022 da Stirling, abbiamo affrontato un viaggio verso la costa ovest, l’isola di Skye , proseguendo sul tratto occidentale della North Coast 500 che abbiamo abbandonato a metà, sul tratto a nord a Tongue (per carenza di giorni), scendendo attraverso il cuore le Highlands,  verso Inverness e poi verso Glasgow ed Edimburgo ; dopo un ultimo meraviglioso saluto serale dalle scogliere di North Berwick abbiamo infine cavalcato le dolci colline dei Borders  colorate di erica viola.

E sin dal ritorno abbiamo iniziato a pensare ad un secondo viaggio, che risulta davvero necessario, ma che quest’anno salterà per eventi imprevisti alla carovana di tre equipaggi. Sono sicura che la Scozia ci aspetterà conservando i suoi preziosi tesori .

La situazione generale – inoltre – è abbastanza spaventosa : la guerra in Ucraina continua, con sempre più cuope minacce di Putin che annuncia l’avvicinarsi della catastrofe nucleare globale.  Le terre di Romagna sono state flagellate da piogge torrenziali, alluvioni, rotture di argini, con impatto disastroso, che ancora non si fermano. Tra Budrio e Molinella non ci sono vittime, ma ci sono intere frazioni allagate per la rottura degli argini del fiume Idice ed il crollo del ponte tra Vigorso e San Martino.   Le ondate di piena del fiume sono state così violente che hanno riportato alla luce un carro armato tedesco della seconda guerra mondiale, abbandonato nella ritirata .

Cos’ha lasciato l’Idice dopo aver travolto questo ponte vicino a Bologna – Il Post

Nonostante lo stato d’animo affaticato, sostenuti soprattutto dal desiderio di rivedere la nostra Jessica, programmiamo la partenza per il 23 maggio sera : quando però stiamo gloriosamente finendo di caricare il camper – dove tutti gli spazi , compresi frigorifero e freezer, sono pieni di scatoloni, scorte, cibo stivati  sfruttando ogni millimetro – ci rendiamo conto che il frigorifero non funziona .  Panico : corsa dal nostro esperto Gianmario …. che , facendosi largo tra lasagne e budini e salumi – verifica che il frigorifero funziona . Decidiamo comunque di aspettare il mattino successivo per non correre rischi.   Al risveglio tutto sembra funzionare quindi partiamo il 24 poco dopo le 8 : attraversiamo la Svizzera sotto un cielo nuvoloso e piovoso che decreta l’inizio della nostra nuova avventura .  

Risaliamo poi per un po’ la Francia ed arriviamo in Lussemburgo, dove decidiamo di fermarci per la notte . La ricerca del campeggio non si rivela semplice : preferiamo collegarci alla corrente elettrica, per sostenere il frigorifero. Nonostante il paesaggio agreste sia tutto sommato statico ed anonimo, il primo campeggio è completo .   Nel secondo – indegno del nome “La bon accueil”- l’accoglienza è  molto fredda : tra sospiri annoiati e sguardi irritati lanciati tra il nulla e il cielo, l’elegante signora bionda della reception, armata di ipnotiche unghie lunghissime laccate di rosa e ticchettanti, riesce a fare la nostra registrazione senza proferire una sola parola,  con prezzo però non esagerato (25 euro) per un’ ampia piazzola erbosa molto confortevole, con attacco elettrico e idrico.  Tutto il campeggio è circondato da alberi altissimi, da cui provengono le sinistre grida di numerosissimi  corvi neri , che volano numerosi e passeggiano in gran parata anche nei prati circostanti. L’ambientazione ricorda angosciosamente un film di Hitchcock : in questo scenario minaccioso lussemburghesi molto eleganti passeggiano senza degnare nessuno di uno sguardo/parola/sorriso/saluto, con sfondo di svolazzi neri e colonna sonora  gracchiante (soprattutto all’alba e al tramonto). 

Ci chiudiamo nel nostro S-legone protettivo e non diamo udienza a nessuno ( peraltro nessuno è intenzionato a chiederci alcunchè ).  Il Lussemburgo non ci piace : ma siamo soddisfatti che il frigorifero funzioni.

Il mattino successivo risaliamo il sud del Belgio ai confini con la Francia ed approdiamo infine ad un minuscolo campeggio sulla costa prima di Calais , Les Argousiers : una simpatica e sorridente signorina ci accoglie, paghiamo un modestissimo prezzo (12 euro) che ci invoglia anche a comprare una fresca bottiglia di vino bianco francese, e ci dirigiamo verso il nostro “prato verde” dove – dice entusiasticamente – possiamo metterci come e dove vogliamo : un sogno !  Esatto : peccato che si tratti di un caotico spazio arido (in cui bisogna stare attenti a non insabbiarsi ) in cui è piuttosto difficile incastrarsi tra camper/tende/tavoliniconbarbutisignorichebevonobirre collocati in ordine sparso. Le colonnine elettriche sono tutte occupate, ma la cosa non sembra interessare a nessuno degli allegri e meditabondi bevitori ; per nostra fortuna arriva un simpatico (e sobrio)  signore che ci annuncia  con sollievo che è il suo ultimo giorno di lavoro (per imminentissimo pensionamento) e tra grovigli di cavi trova un attacco di fortuna.  Il frigorifero non funziona refrattario ad ogni nostro intervento, ma dopo un quarto d’ora di panico denso di visioni di prelibate provviste ricoperte di muffe multicolori , all’improvviso si rimette a funzionare da solo.   Senza un perché.     Preoccupati per le nostre vivande, ma non sapendo cosa pensare (o fare), ce ne andiamo a fare una passeggiata in spiaggia, dove il vento sbriglia e porta via ogni pensiero : l’enorme spiaggia è luogo ideale per il landsailing , letteralmente navigare su terra. I carri a vela – guidati dai bevitori di birra del campeggio – sfrecciano in ogni direzione, giocando con il vento per fare ampie virate e fantasiosi percorsi tra sabbia e battigia .  

Decidiamo che non è prudente avventurarsi tra queste traiettorie .   Gabriele dopo molti tentativi riesce solo a far volare la sua piccola vela, dalla quale mi allontano perché il vento ogni tanto la sbatte violentemente a terra .  

Ripariamo in campeggio, decidendo che siamo troppo deboli per questa spiaggia : rientriamo con i pensieri letteralmente scompigliati dal vento e  ci ricordiamo solo di controllare il frigorifero che funziona.  Quindi cena e buonanotte.

Venerdì 26 maggio : alle sette di mattina siamo diretti al porto di Calais dove ci attendono i temuti controlli doganali (consentito il trasporto di 390 sterline di beni per uso personale) : noi trasportiamo una quantità di generi alimentari e doni di notevole – ma riteniamo non eccedente – consistenza, ma di difficile valutazione economica (i generi -marmellate, sale … – autoprodotti come saranno conteggiati… o peggio verranno sequestrati ?).  Al confine britannico anche questa volta le guardie controllano accuratamente che non trasportiamo clandestini, ignorando tranquillamente le nostre marmellate . Ed eccoci nuovamente arrivati sul suolo britannico, dove ci sentiamo oramai un po’ di casa : corriamo a Londra, dove il Christal Palace Campsite ci attende … circa.   Il personale è cambiato e un signore dall’aria infastidita (e non proprio furba), ci informa che dobbiamo rimanere all’esterno del campeggio sino all’una : non possiamo neppure sostare nel parcheggio.  Così immediatamente calati in uno dei mood londinesi (KINDNESS , VERY VERY COLD … BUT IT’S NO) pranziamo di fronte all’entrata (dove riusciamo ed occupare uno dei due-tre posti disponibili).  Dopo una veloce e puntuale accoglienza alle ore 13.10, ci sistemiamo nella nostra ampia piazzola circondata da rododendri fioriti.   Gabriele – oramai galvanizzato dall’essere arrivato alla meta (come non capirlo ? ) – vuole ignorare l’indicazione di posizionamento nella piazzola tra le asticelle blu e verde (scritta ed evidenziata sulle istruzioni consegnate , più volte indicata verbalmente con espressione solenne dalla signora alla reception che – nel caso non avessimo ancora capito bene nonostante le nostre molteplici precedenti permanenze nel campeggio – ci fa una dimostrazione pratica con modello e plastico in miniatura, stile ricostruzione della scena del crimine ) : gli dico che non siamo regolari con le asticelle e lui grida “perché lo vuoi capire che noi abbiamo la porta di ingresso al contrario e solo un imbecille non capirebbe che dobbiamo metterci al contrario con il muso in dentro …. e nessuno ha mai detto niente… e sei sempre la solita pignola esagerata… trovi sempre problemi dove non ce ne sono e dove non li trova nessun’altro”.   Decido di tacere di fronte a questa filippica liberatoria, ma vedo arrivare -su un favoloso e professionale trattorino verde- il simpatico operatore che ci ha cacciato dal parcheggio  : rallenta, si ferma e – con espressione di sopportazione/compatimento (e non troppo nascosta sadico piacere) – ci ridice “NO” e ci ri-ri-ri-informa in modo dettagliato che dobbiamo posizionarci tra i due bastoncini verde e blu, nel caso evidente non l’avessimo ancora capito. OF COURSE SIR, WE ARE ONLY JOCKING .

Però siamo contenti di verificare che il frigorifero funziona.

Dopo un breve riposino , possiamo poi passare alla fase di preparazione dei bagagli da trasferire da Jessica : sei scatoloni, un quadro formato 100×80 imballato, il borsone termico con la cena di famiglia.  L’uber che viene a prenderci è guidato da un simpatico e gentilissimo autista eritreo che ha vissuto per alcuni anni a Torino prima di ricongiungersi con la famiglia a Londra : dopo un fugace stupore vedendo il nostro mini trasloco, felice di aiutare due turisti un po’ migranti provenienti da sud, calcola velocemente come posizionare tutti i pacchi, tra i quali veniamo incastrati . L’ultimo rimane sulle mie ginocchia ; alla fine lo ringraziamo con una bottiglia di olio italiano.

Proprio quando arriviamo sotto casa ci raggiungono anche Jessica e Reef, al rientro dal lavoro : il primo abbraccio è sempre il momento più emozionante e prezioso dei nostri viaggi .  Ed anche della nostra vita …. Saliamo e prepariamo la cena, preceduta da un ottimo aperol spritz preparato da Marco (coinquilino simpaticissimo originario di Porto) : affettati italiani, lasagne al forno, zuccherini portafortuna accompagnati dal Deusdebit (vino dolce, da uve cresciute sulla sabbia dietro all’abbazia di Pomposa).    E molte molte risate.  Stanchissimi, carichi di due borsoni di vettovaglie da ri/portare a casa prendiamo un altro uber per rientrare in campeggio, assistiti dall’amorevole Reef che non ci abbandona un attimo.     Buonanotte !!!

Sabato 27 maggio . La Jessica lavora ; la raggiungiamo per pranzo veloce (poke) e dopo una passeggiata molto (troppo) affollata verso Covent Garden torniamo a riposare sulle poltrone di fianco al Colisseum Theatre – dove lavora – degustando camomilla .

 Ci godiamo l’ingresso allo spettacolo serale (registrazione di un programma televisivo con famosa conduttrice, che sarà trasmesso in TV a Natale), spettegolando sugli abbigliamenti (code dress : fancy sparkling glam).   Ingresso gratuito, ma da prenotare attraverso sistema di prevendita in eccesso : per cui – a parte alcune personalità delle prime file – occorre guadagnarsi il posto con arrivo anticipato.  Qualche esagerazione natalizia (tipo un signore dai capelli e barba argentea vestito completamente da albero di Natale addobbato con decorazioni vere ) , moltissimi abiti lunghi da sera con pallettes sbrilluccicanti di ogni colore (dal porpora, al verde brillante, al blu notte, all’oro integrale stile statuetta dell’ Oscar ) leggermente distopica rispetto alla bella serata estiva.   Ed iniziamo ad essere contagiati dalla vitalità del ritmo libero e veloce di Londra.  Per la cena decidiamo di andare a The Real Greek (troviamo posto sullo Strand), altro luogo del cuore famigliare . Tante chiacchiere e passeggiata serale fino al bus dove ci diamo una lunga  buonanotte, leggermente frastornati .    Canarino digestivo in camper .

Domenica 28 maggio 2023  Jessica è di riposo : abbiamo deciso di non stressarci con lunghi spostamenti ed optato per la visita della zona vicina al campeggio :  Christal Palace e Dulwich .   Noi ci alziamo presto per preparare il pranzo prenotato dai ragazzi : londoners rice salad (con quello che c’è, e riso acquistato alle 7 di mattina in un negozio pakistano, perché ci rendiamo conto di non averlo portato ) e insalata tonno/fagioli/cipolline, che non possono mai mancare nelle nostre vacanze in camper.  Jessica e Reef arrivano a mezzogiorno, ancora assonnati e senza neppure aver fatto colazione, per cui decidiamo di rianimarli direttamente con il pranzo.  Dopo caffè e zuccherini, partiamo alla scoperta del parco di Christal Palace proprio dietro al nostro campeggio, che è una vera sorpresa : nonostante veniamo qui da molti anni lo abbiamo solo attraversato per raggiungere la stazione della overground , senza addentrarci troppo. Oggi è vestito a festa e ospita un mercatino di prodotti alimentari di tipo casalingo e territoriale  : piccoli gruppi musicali che suonano allegramente ; arriviamo agli impianti sportivi che offrono strutture per ogni esigenza (dal nuoto, all’atletica leggera, alla pallavolo su sabbia, al modellismo…).   

Arriviamo all’area del laghetto nel bosco, con i pedalò ed un’area di interesse paleontologico : qui infatti vennero ritrovati i resti fossili di animali preistorici, di cui non si conosceva l’esistenza in Gran Bretagna .  E nell’Ottocento questi ritrovamenti suscitarono talmente tanto interesse, da ispirare la creazione di un museo a cielo aperto : sulle isole affioranti ricoperte di salici piangenti, felci ed enormi araucarie sono stati ricostruiti molti dinosauri perfettamente calati in un’ambiente incontaminato e primordiale .  E così Reef – ispirato da questa insolita installazione – ci spiega l’origine dell’isola inglese : la preistoria dell’isola si perde nel quaternario ; sin dal paleolitico inferiore (circa 250.000 anni fa) in quella che era una penisola unita alla placca euroasiatica dal territorio di  Doggerland erano presenti insediamenti umani. Durante le grandi glaciazioni il territorio corrispondente alla Gran Bretagna fu completamente ricoperto da ghiacciai, il cui scioglimento unitamente ad altre catastrofi naturali  (un terremoto nel mare del nord e di un violento tsunami, lo scioglimento dei ghiacci con fenomeni alluvionali ed erosivi delle friabili rocce calcaree di Dover e Cap Blanc Nez ) provocarono il distacco delle isole britanniche dal continente euroasiatico e la creazione del canale della Manica,  che  avvennero circa 6000 anni fa alle soglie del neolitico.   Intanto , dal 8000 a.C. , ebbe inizio il ripopolamento del territorio da parte di gruppi umani provenienti da sud .

Perfettamente immersi nella storia geologica di questo territorio, ci fermiamo ad ascoltare il suono armonioso del vento tra le lunghe fronde dei salici.

Dopo un afternoon tea in camper dove lasciamo anche la Nina, oramai stanca, ci dirigiamo a Dulwitch, uno dei quartieri residenziali più ambiti di Londra : belle dimore immerse nel verde (non sembra proprio di essere in centro a Londra ), ambiente tranquillo ben differente dalla confusione della metropoli , bellissimi giardini.

Questo territorio era in passato la zona di residenza degli operai che rifornivano Londra di legname; con l’arrivo del carbone la zona si è impoverita ed ha subito alterne vicende che l’hanno comunque preservata da una urbanizzazione selvaggia.

Alla fine della giornata abbiamo macinato 16 km e al rientro in camper io sono al limite delle mie limitate possibilità .   Prepariamo la cena : fiori di zucchina ripieni di ricotta/zucchine/zafferano , polpette alle zucchine, formaggi con miele, insalata di pomodorini ed avocado e per finire un avanzo di insalata di riso per Reef.  E buonanotte con arrivederci a domani per l’esplorazione della zona di Angel.

Lunedì 29 maggio 2023.  Risveglio tranquillo . Verso mezzogiorno arriviamo a casa da Jessi : abbiamo chiesto una english breakfast che sarà il nostro pranzo .  Dopo una passeggiatina nelle vie carine intorno a casa di Jessi , arriviamo al piccolo pub selezionato dai ragazzi, per scoprire che – purtroppo – hanno finito salsicce e fagioli (che per Londra è come dire che un fornaio ha finito il pane) . L’evento scatena il malumore di Jessica e la ricerca concentrata di Reef che individua due possibili alternative : il primo locale è chiuso, mentre nel secondo troviamo un bellissimo tavolo sul terrazzo , dove ci sediamo comodamente circondati dai rami degli alberi . La full english che ci viene servita è offerta dalla Jessica ed è sontuosa : due uova, tre-quattro fette di bacon croccante, due salsicce, fungo, pomodoro, fagioli stufati, due hashbrowns (triangolini di patate grattugiate croccanti), fetta di pane calda e croccante, burro.  Reef all’arrivo dei piatti commenta : “come fidanzato inglese di una ragazza italiana, non avrei mai potuto permettere che ai genitori non venisse servita una degna full english”.

Nel pomeriggio si uniscono a noi anche Marco e Samuele : passiamo il pomeriggio passeggiando, anche per smaltire almeno un po’ delle 1000 calorie della colazione.    Decidiamo di percorrere il Regent Canal fino a Kings Chross : hanno recuperato le enormi strutture metalliche circolari dei vecchi depositi del gas , riconvertite in lussuosi appartamenti affacciati sulle chiuse e su un bellissimo parco .

Incontriamo anche una piccola e bellissima libreria che abita un fiorito barcone ormeggiato lungo il canale ; sul tetto un piccolo complesso ci delizia con musica dal vivo (Words on the water).  Sosta per una afternoon chamomille (ottima) servita in bellissima tazzina e teiera di vetro che vorrei (ma non posso) rubare, anche per non dare un cattivo esempio ai ragazzi.  

Dopo 15 km iniziamo a pensare alla cena , sulla quale siamo tutti concordi : gustosa ma leggera . Tagliolini con sugo bianco di pesce : Gabriele riesce a farci assaporare il profumo ed il sapore del mare.  Terminiamo con mikado e deusdebit rimasto dalla prima sera.    

E anche per oggi : buonanotte . Però questa sera rientriamo in bus godendoci le quasi 50 fermate che ci separano dal campeggio (prima il 63 abitato da sonori schiocchi metallici  molto inquietanti, guidato a velocità sostenuta da un autista molto irrequieto, che mi ha fatto temere un dirottamento suicida ; e a seguire 363,  più fluido) .

Al rientro in camper ci accorgiamo però che il frigorifero non funziona più : questa volta nonostante ogni intervento non dà alcun segnale di vita . Questa situazione potrebbe porre fine alle nostre vacanze : buona parte dei farmaci di Gabriele deve essere conservata in frigorifero.  All’una di notte sconsolati cerchiamo un centro assistenza dometic che troviamo solo a nord di Londra, a 70 km.  Domani mattina abbiamo una missione.

 Martedì 30 maggio 2023 . Alle 5 di mattina, alzandomi per andare in bagno, tento di riaccendere il frigorifero : il display dà qualche segno di vita , brevi lampetti blu che però riaccendono solo le nostra speranze . Torno a letto senza aver risolto nulla, ma all’improvviso, continuiamo a  non capire il perché, qualche flebile ticchettio e la adorata lucina blu sul display ci avvisano che il frigorifero ha ricominciato a funzionare, così in solitudine e senza motivo : a questo punto rinunciamo sia a capire, che alla spedizione al centro di assistenza programmata per le 7 di mattina, ma quando ci alziamo da letto alle 8 il frigorifero non funziona più .  Partiamo in ritardo ed affrontiamo una giornata da incubo : per percorrere i 200 km (andata e ritorno) che ci portano in due centri di assistenza impiegheremo oltre SETTE ore.  In entrambi i centri abbiamo la fortuna di incontrare l’altro tipo di mood inglese : gentile, pratico, orientato alla soluzione dei problemi, anche con idee originali.  Nel primo il signore gentilissimo e sconsolato ci dice che è un problema del display (appena sostituito) che per qualche motivo manda in blocco tutto il frigorifero, e che non è in grado di aiutarci. Ci fornisce indicazioni per il secondo centro , a 30 km. , dopo Luton : durante il percorso chatto con il sito internet del centro che mi fornisce la mail di Dave, l’esperto di frigoriferi. Scrivo una mail anche a lui   chiedendo aiuto.  Quando arriviamo il fantastico Dave si materializza: un simpatico signore dal volto vispo, che in 5 minuti capisce il problema e in altri 5 lo risolve . Il nuovo display installato tre mesi fa è difettoso : non sa spiegare il motivo , ma la posizione e conformazione di uno dei pulsanti – per condizioni del tutto imperscrutabili  ( vento, posizione, vibrazioni) crea contatti imprevisti che mandano in blocco tutto il frigorifero.  Si stringe nelle spalle e ci dice che ha venduto l’ultimo pezzo proprio tre giorni fa : cerca di riparare la situazione per quanto possibile (semplicemente piegando dolcemente il display più volte e ricollocandolo al suo posto) e termina con una bella risata dicendo :  “la cosa potrebbe funzionare ; incrociamo le dita !” ; se non dovesse funzionare possiamo chiamarlo e lui ci ordinerà un nuovo display che potrebbe arrivare in 3-5 giorni lavorativi.  Non ci chiede alcun pagamento, per cui cerchiamo almeno di ringraziarlo con una delle nostre bottiglie di buon  olio italiano .   

Torniamo a Londra nel traffico , prendiamo borsa termica con parte degli ingredienti per la cena , bus e metro per andare dalla Jessica, dove ci aspettano tutti i ragazzi per la cena di saluto : domani partiremo tutti , la Jessica per la Francia dove andrà a trovare un amico, noi non sappiamo ancora per dove. E questa cosa dice molto su di noi .  Spesa veloce  e preparativi lampo (antipasto con mousse di prosciutto cotto e ricotta ; manzo tonnato ; crema gialla/cioccolato con fragole e mirtilli ). Chiacchierando allegramente ci viene consigliato di visitare il Galles, ricco di attrattive : natura, castelli, musei, cittadine Ci sembra una buona idea ; quindi  saluti e buonanotte, e  i nostri due bus (63+363 : percorso di 48 fermate).

Dave è un gran manico : il frigorifero funziona.

Mercoledì 31 maggio 2023  . Anche oggi macineremo km. su km. : prepariamo il camper per la partenza , lavatrice, docce, pranzo veloce e fresco (simmental, insalata di pomodori, tortino di cioccolato) con Jessica che arriva con la sua valigia per le sue vacanze a Bordeaux dall’amico  Damien, rientrato in Francia da poche settimane . Recuperiamo un altro amico e li trasportiamo all’aereoporto di Gatwick (oggi sciopero dei treni) ; passaggio lampo in aeroporto e saluti velocissimi al parcheggio drop off del terminale nord, che ci richiede un pagamento astronomico ( 5 sterline per 10 minuti scarsi) con modalità truffaldina (biglietto con numero di targa  all’ingresso, sbarra ingannevolmente aperta in uscita, minuscola e periferica indicazione al pagamento online che per fortuna Gabriele riesce ad intercettare salvandoci da sicura multa, raddoppiata dai tempi di arrivo a domicilio).

A questo punto iniziano ufficialmente le nostre vacanze : decidiamo di trasferirci a BRISTOL , eletta da pochi secondi quale prima tappa di percorso; ancora lunghe code in autostrada .  Iniziamo poi ad immergerci in un’atmosfera finalmente agreste e ci ritroviamo felicemente circondati da alberi verdi, belle colline assolate che ospitano greggi di pecore e mandrie di bovini, di ogni taglia e colore.

Riusciamo a trovare un tranquillissimo parcheggio gratuito nella Circular Road, sopra l’imponente roccia che cade vertiginosamente nella vallata del fiume Avon .  Ceniamo con minestrina cotta nel favoloso brodo di cottura del manzo (salatissimo), formaggio e mela.  Buonanotte : questa sera stanchissimi.

Giovedì 1 giugno 2023 . Abbiamo 5 ore di sosta (gratuita)  consentita dopo le 9 : le utilizzeremo per una visita veloce alla città.  Abbiamo verificato che – essendo un diesel euro 6 – non dobbiamo neppure pagare la tassa per l’ingresso nella  Clean Air Zone di Bristol.  Iniziamo dal  Clifton Village affollato di negozietti particolari e dal bellissimo Clifton Bridge, il ponte sospeso costruito da Isambard Kingdom Brunel,  che attraversa la profonda vallata scavata dal fiume Avon ed è diventato il biglietto da visita della città  : vertiginoso, ventosissimo e leggermente traballante.  All’ingresso del ponte, e su ogni pilastro, il numero telefonico di aiuto dei Samaritans rivolto agli aspiranti suicidi.  Il passaggio pedonale è gratuito, quello in auto prevede un piccolo pedaggio (1 sterlina).   Per le ultime foto panoramiche saliamo all’ Observatory of  Clifton (ex), oggi sala bar/ristoro/ricevimenti.  

.  Poi ci dirigiamo in centro città, dove vediamo il Saint Nicholas Market, la Cattedrale (che apre liberamente  le sue porte a noi vacanzieri offrendoci opuscoli informativi utilissimi, alla cittadinanza invitata per feste domenicali nel prato, che non viene tagliato per regalare fiori e nettare alle api )  , la Public Library e la vivace zona del porto.  Anche nelle strade si respira la vivace vita musicale ed artistica  della città : l’Old Vic Theatre è il più vecchio teatro del paese che ha formato Jeremy Irons ; qui è nato Bansky e sono alcune delle sue prime opere, che hanno fatto diventare la città una delle capitali mondiali della street art.  La città è capitale dell’animazione cinematografica (qui sono gli studi di Wallace e Groomit) . Pranziamo (più per sederci a riposare) in un locale modesto che offre gustosi noodles, gestito da due serissime signorine orientali che non spiccicano parola : scegliamo le consumazioni su un tablet, scegliendo fortunatamente il grado di piccantezza leggero (1 su 5), ma il risultato è decisamente bruciante. 

Non vediamo le numerosissime opere della street art di Bristol, che richiederebbero da sole una intera giornata (oltre che lunghi spostamenti a piedi) .

La Nina ci ha seguito in tutta la nostra camminata (compresi i passaggi in bus) ed è stanchissima ; rientriamo al nostro camper con un’ora di ritardo, ma fortunatamente non abbiamo preso multe.

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