Domenica 24 agosto ripartiamo : visitiamo molto velocemente Treguier,






















ed arriviamo a Le Sillon du Talbert, particolare formazione geologica di sabbia e pietre.


✤ La Réserve naturelle du Sillon de Talbert
La Réserve naturelle régionale du Sillon de Talbert se situe sur la commune de Pleubian, au Nord du département des Côtes-d’Armor (22).
Elle comprend différents milieux littoraux et marins indissociables de la flèche littorale du Sillon de Talbert.
La flèche du Sillon de Talbert d’une longueur exceptionnelle de 3,2 km est la plus grande observable en France. C’est un objet géomorphologique d’intérêt international : forme rare d’accumulation sédimentaire, remarquable cordon de galets en Europe, cordon de galets le plus mobile de Bretagne.
La Réserve naturelle représente une surface de 205 ha de domaine public maritime (DPM) comprise dans un périmètre plus large de 1000 ha affectés au Conservatoire du littoral.
Lors de la dernière période glaciaire, d’importants volumes de cailloux provenant de l’éclatement de la plateforme rocheuse sous l’effet du gel ont été fournis. A cette époque, le niveau marin se situe 120 m plus bas. La déglaciation qui a suivi cette période a vu une remontée rapide du niveau marin remobilisant les cailloux présents sur la plateforme continentale, les émoussant en galets et les organisant en cordons. Par endroits, d’imposantes masses de granite ont offert des points d’appui stables sur lesquels sont venus s’accrocher ces différents cordons. Progressivement, au cours de sa remontée, la mer a fait reculer ces cordons de galets qui peu à peu se sont réunis par coalescence pour former un grand cordon barrière.
Ce cordon primitif reliait l’archipel d’Ollone à la côte et cette configuration se retrouve sur les cartes anciennes, levées entre 1666 et 1675.
A partir de 1750 environ, de nouvelles cartes montrent le détachement de la partie terminale du cordon des îlots d’Ollone par une brèche de 200 à 300m de long. Cette première rupture intervient probablement lors d’une forte tempête dans un contexte de pénurie sédimentaire. La forme primitive de cordon barrière évolue ainsi naturellement vers une forme de flèche littorale à pointe libre : le Sillon de Talbert. Le Sillon de Talbert est donc une forme résiduelle résultant de cet événement érosif passé. Sa formation n’est pas liée aux courants et aux apports fluviatiles du Trieux et du Jaudy.
D’une longueur d’environ 3 Km, le Sillon de Talbert est l’exemple de flèche littorale à pointe libre le plus significatif de France et est remarquable au niveau européen.
Le Sillon de Talbert, dont la forme et la topographie varient suivant les portions de plage, constitue un environnement sédimentaire hétérogène. Le Sillon de Talbert est composé de sable, de graviers et de galets dans des proportions variables suivant les endroits. Le premier kilomètre de la flèche est essentiellement composé de sable à la différence des 2,2 Km restants composés majoritairement de galets.
Plus d’une vingtaine de roches différentes sont actuellement connues sous forme de galets sur le Sillon de Talbert. Pour la plupart, leur provenance est à rechercher dans la géologie régionale et plus particulièrement dans le Trégor.
Elles ne sont pas distribuées de manière égale sur le cordon avec une proportion plus importante de granodiorite de Talbert et microgranodiorite de Pleubian qui forment le socle du Sillon de Talbert. a flèche littorale du Sillon de Talbert est un environnement très évolutif.
Les événements météo marin sont les facteurs déterminants dans l’évolution de cette flèche. Lorsque le passage d’une tempête coïncide avec une marée de vives eaux (forte hauteur d’eau), les jets de rive sont susceptibles de franchir la crête du Sillon et de déverser les sédiments accumulés au sommet vers l’arrière de la plage. La flèche recule ainsi naturellement vers le sud-est. À l’heure actuelle ce recul est estimé à environ 2 m par an en moyenne.
C’est le cordon de galets le plus mobile de Bretagne. En période de calme météo marin le cordon tend plutôt à s’exhausser car les événements météo marin morphogènes sont limités.La dérive littorale (courant marin longitudinal) joue également un rôle important dans le transfert des sédiments le long de la flèche en les transportant vers sa pointe favorisant une accumulation qui donne au Sillon sa forme caractéristique de « spatule » dans sa partie terminale.
Les évolutions du Sillon de Talbert sont mesurées et suivies dans le cadre des travaux scientifiques de la Réserve naturelle.

https://www.reserve-sillondetalbert.bzh/





























Proseguiamo il nostro percorso e ci fermiamo all’Abbazia di Beauport : le rovine della cattedrale e del chiostro affacciate sul mare sono davvero magiche . L’abbazia è il punto di partenza di uno dei cammini di Santiago di Compostela : il km. zero. La visitiamo senza fretta e ci lasciamo incantare dalla sua atmosfera , fermandoci anche a fotografare le rondini in volo (o meglio tentare di fotografare). Lasciandoci trasportare da questo rilassato pomeriggio, perdiamo tutte le altre tappe previste per la giornata.

Beauport Abbey – Discover the abbey and its grounds
Costruita all’ inizio del XIII secolo, l’abbazia marittima di Beauport si trova nella Côtes-d’Armor, nel comune di Paimpol, nel villaggio di Kérity. Affacciato sul mare, in un ambiente naturale preservato, il complesso monastico è classificato Monumento Storico e il suo sito è protetto dal Conservatoire du Littoral.
Caratterizzata dalla sua duplice vocazione di accoglienza dei pellegrini e di centro commerciale marittimo, l’abbazia, in stile gotico, è incastonata in un ambiente magnifico, con il suo roseto, i frutteti, le paludi e il porto riparato. Questa oasi di pace è aperta ai visitatori. Costruita attorno ad un chiostro, l’abbazia di Beauport comprende una chiesa, un refettorio, una sala capitolare e alcune cantine, una sala dedicata ai religiosi e un’altra dedicata agli ospiti. La funzione del “Bâtiment au Duc”, situato all’esterno del recinto monastico, rimane oscura: scavi archeologici hanno scoperto alcune fornaci per il bronzo. Nel XX secolo l’edificio è stato trasformato in una fabbrica di sidro. L’abbazia divenne proprietà privata dopo la Rivoluzione. Oggi, con il sostegno del Conservatoire du Littoral, che ne tutela la fauna e la flora, la riqualificazione ha permesso di aprire ai visitatori questa superba testimonianza del patrimonio architettonico bretone.


































































































Approdiamo a St. Brieuc al Camping des Vallees , dove finalmente riusciamo a fare una bella e scrosciante doccia calda (dopo aver capito come si apriva il rubinetto). Anche oggi 8 km a piedi.
Lunedì 25 agosto decidiamo di trasferirci in Mont St. Michel : con qualche malumore rinunciamo a molte tappe per cogliere le ultime giornate di sole ; inoltre l’area di St. Malò e Dinan non offre sistemazioni comode per la visita, e oramai il tempo restante ci costringe a fare delle scelte drastiche e rinunciare anche a Cap Frehel . Per consolarci un po’ iniziamo a pensare che vorremmo tornare per recuperare molte delle tappe lasciate indietro ; e per godere della stagione delle fioriture (maggio-giugno). Parcheggiamo nell’area di sosta a 5 km dal monte (vedendo poi che sarebbe stato più comodo entrare nel bel campeggio adiacente alla diga ed alla fermata delle navette.
Una delle particolarità del Mont-Saint-Michel è quella d’innalzarsi su un isolotto roccioso circondato da una magnifica baia, teatro delle più grandi maree dell’Europa continentale. Il Mont e la sua baia sono classificati nel patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1979. I lavori di ripristino del carattere marittimo del Mont-Saint-Michel, iniziati nel 2005 e conclusi nel 2015, vi offrono la possibilità di vedere questo luogo unico sotto una nuova luce. È l’inizio di una nuova pagina nella storia del Mont: se nulla fosse stato intrapreso, nel 2040 il Mont-Saint-Michel si sarebbe ritrovato circondato da prés salés (prati salati). La scelta di questo luogo da parte dei monaci del Medio Evo fu determinata dall’ambiente marittimo, essi si stabilirono in questo luogo preciso e costruirono quello che sarebbe diventato uno degli edifici più straordinari dell’architettura religiosa. Il vescovo d’Avranches, Aubert, avrebbe fondato un santuario nel 708 sul Mont-Tombe dopo tre apparizioni successive dell’arcangelo San Michele. Il momento culminante della visita è, senza alcun dubbio, la visita dell’abbazia che sovrasta l’immensità della baia. La baia del Mont-Saint-Michel è teatro delle più grandi maree d’Europa continentale. Venite a vedere le grandi maree e ammirate lo spettacolo che vi offre la natura! Alcuni giorni dell’anno si prestano maggiormente per osservare il fenomeno. Non appena il coefficiente di marea supera 110, il Mont ridiventa un’isola nel giro di poche ore. L’acqua ricopre il guado sommergibile e la rocca rimane senza accesso al continente.
Per osservare il fenomeno dell’alta marea e l’arrivo del mascheretto, è consigliato di essere presenti 2 ore prima dell’orario di alta marea. Osservate il fenomeno dal Mont, le mura, la terrazza dell’Ovest (sagrato dell’Abbazia il cui accesso è compreso nella visita), o il nuovo ponte-passerella. La baia dispone di molti punti d’osservazione privilegiati come Roche Torin a Courtils, Grouin du Sud a Vains-Saint-Léonard o ancora Gué de l’Epine a Val-Saint-Père.
Pedalata fino alla diga che controlla la risalita delle acque marine della marea ; da qui si prosegue con una navetta gratuita che porta i turisti al Monte, a ciclo continuo. Visita veloce al borgo e all’ufficio turistico (dove prenotiamo la camminata nella baia) . La passeggiata a piedi nudi nella baia con la bassa marea è una esperienza indimenticabile : la sabbia è argillosa – e questa particolare composizione che rende il fondale molto stabile, è uno dei motivi che sono all’origine della grande marea. La guida ci insegna un metodo per affondare e per risalire : tutti sembrano tornare un po’ bambini che giocano con il fango.





































































Prima del tramonto facciamo la passeggiata sulle mura e riusciamo e trovare il nostro posto di osservazione per ammirare l’incredibile spettacolo dell’arrivo dell’alta marea. Casualmente abbiamo avuto la fortuna di vedere un’alta marea di coefficiente elevato ( 91/110) : al di sopra del coefficiente di 90 si vede il fenomeno del mascheretto, cioè l’arrivo delle onde che corrono veloci sulla spiaggia, cambiando velocemente i riflessi delle aree bagnate che si allargano sempre piu’ , con i gabbiani che si lasciano trasportare, ci volano sopra, la precedono giocando, fino a radunarsi tutti in cerchio nell’ultima area di sabbia, sempre piu’ piccola, ad attendere l’arrivo dell’acqua sulla quale lasciarsi galleggiare. Ed ammiriamo l’incantevole tramonto che questa giornata ci regala : l’unico tramonto tinto di rosa di questa vacanza. La luce è indescrivibile e non riusciamo a smettere di ammirare, adorare e fotografare ; e non riesco neppure a cancellare alcune delle foto, doppie, triple. Vorremmo davvero tenere per sempre questo sguardo nei nostri occhi.
(In tutto facciamo 9 km a piedi e 11 in bicicletta).







































































Martedì 26 agosto ci svegliamo sotto un cielo nuvoloso : pedalata al monte – con sosta nei prati di pascolo per foto panoramica – per la visita della Cattedrale (direi quasi d’obbligo) , prenotata per le 11 ; nonostante l’anticipo riusciamo ad entrare solo un’ora dopo. Qui ci sono due maree : quella marina e quella umana, che scorre inarrestabile nelle strette viuzze (si tratta del secondo monumento più visitato in Francia, dopo la Tour Eiffell). La salita alla cattedrale è molto affollata ; controlli di sicurezza, mostra di fotografie del Monte e visita in autonomia. Mont St. Michel conta meno di 40 abitanti, quasi tutti compresi nella comunità religiosa della cattedrale : le monache ed i frati che abitano l’Abbazia sembrano peraltro del tutto indifferenti al continuo flusso di persone e non esitano a farci uscire dalla chiesa per la messa del mattino, a loro riservata.
Welcome to the abbaye du Mont-Saint-Michel

















































































Usciamo sotto la pioggia battente e decidiamo di arrivare ad un ristorante vicino alla diga (bagnati fradici nonostante le giacche) , sperando nel miglioramento del tempo previsto dal meteo. Pranziamo a La Ferme di Mont St. Michel : tutto buono, seppure non memorabile (uovo in camicia con salsa ; mousse di melanzane con verdure al limone ; trancio di merluzzo con verdure ; polletto arrosto con patate schiacciate e salsa al limone ; gatzpacho di frutta fresca con salsa pinacolada ; assaggio di formaggio bretone con insalatina e pinoli). All’uscita altre foto alle rondini nel nido ; mentre i quattro piccoli aspettano nel nido spalancando il becco al momento giusto, sfrecciano ad una velocità tale che è veramente difficile fare le fotografie : quando mi rendo conto che sono arrivate e scatto, se ne sono già andate. E mentre osservo i due genitori andare avanti e indietro con gustosi insetti nel becco, penso alla forza di questi minuscoli uccelli. Ogni anno arrivano dall’Africa insieme alla primavera, ritrovando il proprio nido, riparandolo affinchè protegga la nuova nidiata ; depongono le uova ; nutrono i piccoli rondinini e li addestrano velocemente alla vita. E con l’autunno sono pronte per affrontare un nuovo viaggio di migliaia di chilometri sfidando le tempeste, per ritornare al caldo.























Troviamo un bellissimo cielo azzurro abitato da spumeggianti nuvole bianchissime. E quindi ci facciamo la nostra bella biciclettata sulla ciclabile che corre sulla sponda a est del monte, che ci osserva sempre all’orizzonte. La luce, il paesaggio brullo , giallo, rosso e verde, abitato da migliaia di pecore, sono un vero incanto, una vera e propria galleria d’arte. Ritorniamo nel campo dove tentiamo di ripetere uno dei più famosi scatti del Monte. La sera il rientro viene interrotto dal rientro delle greggi nei fienili, con i pastori 2.0 che le radunano correndo negli immensi pascoli a bordo di luccicanti quad. L’ultimo gregge, che è costretto ad attraversare la strada per raggiungere il proprio ovile, viene gestito da un magnifico border collie, che è molto di più di un capace operatore : non sbaglia una mossa, mantenendo il gregge compatto e conducendolo con precisione millimetrica nella giusta direzione. E terminato il proprio compito salta velocissimo sulla sua postazione nel quad, impassibile come un soldato. Il pastore non deve fare altro che dargli il via ed alla fine dare un cenno di approvazione del lavoro.































Mercoledì 27 agosto ripartiamo sotto un cielo molto grigio che ci regala scrosci di pioggia. Il clima è perfettamente allineato con le emozioni suscitate dalle visite di oggi, che ripercorrono alcuni luoghi e le drammatiche vicende dello sbarco degli alleati in Normandia . E la storia prende vita di fronte ai nostri occhi in ogni paese, in ogni strada, disseminati delle fotografie dell’arrivo degli alleati, delle fotografie e dei nomi, dei racconti, dei fatti e delle persone lì dove sono avvenuti gli eventi ; le trincee, i cimiteri, i buchi delle bombe, i piccoli musei popolari allestiti nelle piccole chiese, che raccolgono cimeli e ricordi non più solo individuali, ma di una intera collettività, che porta orgogliosamente e dolorosamente il ricordo della propria storia.
Sbarco in Normandia – Wikipedia
Pointe du Hoc ; Omaha Beach ; l’impressionante Cimitero americano di Colleville sur Mer, dove ogni mattina e ogni sera si svolgono la cerimonia di alzabandiera e ammainabandiera ; Arromanches le Bains, dove Churchill organizzò sin dal 1942 la costruzione dell’enorme porto servito per il supporto logistico dell’intera operazione. Sulla spiaggia il cielo cupo e minaccioso sembra partecipare al nostro stato d’animo .













































































































































Dormiamo nella piccola area di sosta di Leon sur Mer.
Giovedì 28 agosto , Venerdì 29 agosto, Sabato 30 agosto
Partiamo, oramai sulla via del ritorno, diretti a Caen. Parcheggiamo proprio dietro all’area del castello . Dove visitiamo – un pò di corsa – il Musee des Beaux Arts ; le mura del castello con vista panoramica della città ; le vie pedonali del centro che ci portano al Palace de Justice, l’ Abbaye aux Hommes (con la mostra L’oie de le collecteur) , l’ Eglise St. Etienne (famosa sin dall’antichità per le sue bellissime le vetrate dai colori intensi) .







































































































Purtroppo non ci abbandona il pensiero molesto di essere alla fine della nostra vacanza e di dover oramai solo affrontare il viaggio di ritorno : pensiero rinforzato dalla pioggia scrosciante che ci impedirà di fare altre visite di trasferimento. Giovedì dormiamo nel parcheggio gratuito con servizi (carico, scarico, elettricità) nel parcheggio di un comune di cui abbiamo dimenticato il nome. Passeggiamo verso il centro del paese per sgranchire le gambe : inizialmente ci sembra del tutto anonimo e trascurato, poi scopriamo una sua bellezza raccolta nel piccolo centro storico, con la cattedrale che svetta nella piazza stretta tra i vicoli in cui si sporgono le case a graticcio, piccoli canali. Ma la trasandatezza generale, i rifiuti nelle strade, i marciapiedi dove si susseguono profonde buche, l’abbandono di molte abitazioni chiuse e scrostate, purtroppo rovinano l’impressione generale del paese : e ci assale lo sconforto della bellezza trascurata ed offesa. Venerdì sera entriamo nell’area di sosta sotto Digione, che pure rinunciamo a vedere per la pioggia che continua e ci accompagna fino a casa, dove approdiamo alle 18, accolti a gran voce dalle micette.





















































































































































































































































































































































































































































































































































































