Edimburgh, North Berwick, Tantallon Castle, Bass Rock, Melrose Abbey, Borders, York.
Venerdì 5 agosto 2022 . Ripartiamo velocemente diretti ad Edimburgo, capitale della Scozia (500.000 abitanti). Decidiamo incautamente di cercare parcheggio in prossimità del centro, dove sbagliamo anche strada e ci areniamo in un fiume IMPRESSIONANTE di traffico e di persone : sembra che tutto il mondo si sia dato appuntamento qui. Scopriamo che è il primo giorno del Fringe Festival (teatro, musica, danza) che durerà tutto il mese di agosto e porterà centinaia di artisti ad esibirsi in ogni luogo della città ; del Royal Military Tattoo che porterà decine di bande e battaglioni militari ad esibirsi in parate e concerti serali di fronte al castello, con regolare chiusura del centro storico a metà pomeriggio per le operazioni di controllo ed ingresso del pubblico; e di altre decine di iniziative culturali e ricreative collegate : l’apice dei festeggiamenti annuali della città. Iniziamo a temere che il saggio mr. Hoggy avesse ragione … Nonostante tutto la prima impressione della città è GRANDIOSA : sembra di essere in un enorme teatro, con quinte di scena successive che disegnano campanili, torri gotiche, palazzi, strade , ponti , che si innalzano progressivamente : il centro storico ci sembra enorme e complicato… Perdiamo circa due ore alla ricerca vana di un parcheggio : riusciamo a parcheggiare tre volte nell’area decentrata del porto per poi renderci conto che siamo sempre in aree con limite orario (massimo 4 ore di parcheggio) e divieto di sosta notturna. Alla fine ci sembra di trovare fortunosamente uno splendido parcheggio in un’ampio spazio tutto libero adiacente ai verdi e tranquilli Leith Gardens ( e anche ad un incrocio) : nessuno di noi vede la doppia striscia gialla in terra, che indica divieto assoluto di parcheggio e che circonda le ruote del nostro camperone. E così sentendoci quasi miracolati, incoscienti ed ottimisti, partiamo alla conquista della città che ci ha già stregato. Scopriamo immediatamente che ho acquistato i biglietti del bus hop on hop off (circuito turistico, con soste nei luoghi più importanti) , purtroppo per i giorni sbagliati : contattiamo il call center (che si trova in Spagna) ed una signorina gentile (ma completamente ignara della topografia di Edimburgo) ci risolve il problema delle date, ma non sa assolutamente dirci dove si possa trovare la fermata più vicina a noi. Alla fine capiamo che per attivare il nostro biglietto dobbiamo andare in centro e quindi cerchiamo un altro bus. Arrivati in centro ci muoviamo nel flusso incrociato di FIUMI DI PERSONE che arrivano da ogni direzione, tra rumori e confusione, e ci sembra complicato anche solo trovare un semplice panino . Visto che sono oramai le due passate, ci rassegnamo a prendere un asporto da Macdonald e di mangiarlo durante un primo giro sul bus scoperto. In realtà ne dobbiamo cambiare due per trovare posto nel piano alto scoperto, con i capelli al vento sotto il sole : ma almeno cominciamo a prendere confidenza con la città, che è bellissima soprattutto dalla nostra prospettiva alta rispetto alla confusione che regna nelle strade. Insomma non partiamo proprio con il vento in poppa : qualche malumore non troppo strisciante e nervosismo. Il panino è un po’ triste, ma buono, soprattutto perché siamo abbastanza affamati.







Il giro nel bus scoperto ci regala la prima immagine della città : che in realtà non è così grande come ci è sembrata : è divisa in due da Princess Street : la Old Town o Città Vecchia abbarbicata sulla collina, e la New Town o Città Nuova creata dal settecento in poi. Scopriamo che la molteplicità di torri e palazzi avvistati, in realtà sono il profilo dei palazzi , torri e campanili del Royal Mile (Miglio reale) o High Street – la famosa lunga strada nel cuore della città vecchia , che collega il castello ad una estremità al Palace of Holyroodhouse dall’altra , residenza ufficiale della Regina ad Edimburgo : è il cuore della città e la domina in altezza , offrendo i suoi diversi profili a seconda del punto da cui li si osserva . Tutto intorno alla strada reale, al castello e al palazzo reale, ed alla collina su cui svettano, corrono alcune strade che formano un cerchio : da un lato Princess Street e Regent Road, che segnano l’inizio della New Town settecentesca ed austera e la dividono dalla Old Town medioevale, che si sviluppa con il Royal Mile, il Grassmarket, Victoria street, Greyfriars Graveyard e tutto il nucleo più antico, formato da un dedalo di vicoli e closes che salgono e scendono vertiginosamente in ogni direzione. La città vecchia si sviluppa su più piani e spesso intere strade sono costruite sulle strutture di quelle più in basso : e così passeggiando per una larga via, ci accorgiamo in realtà di essere sopra un enorme ponte costruito su una parte più bassa della città. Sembra di essere in un quadro di prospettive impossibili Escher….
Dalla guida Feltrinelli : “La venerabile, scenografica Edimburgo, capitale-vetrina della Scozia, è una città storica, cosmopolita, ricca di cultura, immersa in una cornice sensazionale : abbarbicata ad una serie di vulcani estinti e spuntoni rocciosi che spiccano nel paesaggio in gran parte pianeggiante dei Lothians”.
Sir Walter Scott la chiamava : “la mia città romantica”.
Robert Louis Stevenson così descrive la sua “ripida città” : “nessuna posizione potrebbe essere più preminente per la città principale di un regno ; nessuna meglio scelta per grandiose prospettive”.
Terminato il giro in bus iniziamo a prenderci gusto, per cui decidiamo di rifarlo tutto a piedi : questa volta iniziamo da High Street (o Royal Mile), e al percorriamo tutta (impossibile però avvicinarsi al castello) ; da qui partono –a spina di pesce – una serie di stradine e ripide scale , i closes e pends, talvolta con un cancello iniziale. Vediamo il piccolo bar, ora chiuso, dove J.K. Rowling ha scritto il primo libro di Harry Potter.


















































Ai piedi di castlehill ammiriamo The Hub, una imponente ed altissima torre gotica nera (la sua guglia è la più alta di Edimburgo), dove ora si trova il Festival Centre .
Visitiamo la High Kirk of St. Jilles (santo patrono di storpi e mendicanti) , chiesa parrocchiale della Edimburgo medioevale, con la sua guglia a forma di corona. Alcune delle bellissime vetrate sono opera di William Morris.
Percorriamo ripetutamente nei due sensi una delle vie più iconiche e fotografate, Victoria Street, che ha ispirato la creazione di Diagon Alley della saga di Harry Potter .
Visitiamo il Greyfriars Cemetery dove alcune lapidi hanno ispirato il nome dei personaggi della saga e dove c’è il monumento che la città ha dedicato al piccolo cane Bobby , ricordato anche da una statua situata fuori dal cimitero. Era il piccolo cagnolino di un poliziotto, John Gray ; qualche giorno dopo la sua morte il piccolo Bobby fu trovato sulla sua tomba dove rimase di guardia fino alla sua stessa morte, 14 anni dopo : in quegli anni divenne una celebrità e la gente gli portava da mangiare e da bere. La statua fu posizionata subito dopo la sua morte nel 1872, per omaggiare la sua eccezionale fedeltà e dedizione.
Oltre a questa storia edificante, si deve invece ricordarne un’altra decisamente meno romantica : nel 1600 fu necessario recintare i cimiteri perché esisteva un grave problema relativo al furto di cadaveri, ricercatissimi per le ispezioni autoptiche, che alimentavano un fiorente e redditizio commercio. I corpi da poco interrati, venivano riesumati e venduti alla scuola di medicina. Il reato venne portato all’estremo dai famigerati Burke e Hare , che aggiravano il furto al cimitero semplicemente assassinando le vittime che poi avrebbero rivenduto.
Passeggiamo sotto alla ripida collina sovrastata dal castello, vediamo due grandi teatri di Edimburgo (il nuovo Traverse Theatre e l’antico Royal Lyceum Theatre) , e passeggiamo per i Princess Garden: dove un tempo fluivano i liquami della Old Town, oggi corrono i binari della adiacente stazione ferroviaria.
Risaliamo Princess Street ammirando il profilo della città vecchia illuminato dalla luce del tramonto; l’atmosfera di festa, che comincia a contagiarci, è completata dalle persone in vestiti eleganti, dalla musica di molti gruppi ed artisti in costume che si esibiscono in strada e che accompagnano incessantemente la nostra passeggiata.
Ammiriamo anche lo Scott Monument , una torre alta 60 metri, la più imponente al mondo dedicata ad uno scrittore ; la sua architettura gotica riproduce quella di Melrose Abbey, molto amata da Scott; le decorazioni scultoree raffigurano 16 scrittori scozzesi e 64 personaggi dei suoi racconti. Sul piedistallo centrale è collocata una statua dell’autore con il suo cane levriero Maida (scolpita in un blocco di marmo di Carrara di 30 tonnellate). All’interno c’è una stretta scala a chiocciola di quasi 300 scalini che conduce ad una piccola piattaforma panoramica vicina alla cima.
Ci dirigiamo poi a Calton Hill, l’acropoli di Edimburgo, una roccia di origine vulcanica che ci regala una panorama a 360 gradi, sulla città e sul mare. La piccola torre che ancora campeggia è ciò che resta dell’antica prigione della città, Calton Gaol, dove venne rinchiuso il famigerato Burke prima dell’esecuzione pubblica. Troviamo poi il City Observatory, l’osservatorio astronomico del 1800 che rimase in funzione fino a che l’inquinamento luminoso della città rese impossibile osservare le stelle. Ed infine il colonnato del National Monument, spesso chiamato “l’abominio di Edimburgo” : ciò che resta del tentativo incompiuto e sgraziato di riprodurre il Partenone, come monumento ai caduti delle guerre napoleoniche. I lavori vennero interrotti per l’insufficienza di fondi, ma la stravagante costruzione rimane come punto di riferimento nel paesaggio.













Per la cena troviamo l’incantevole Cafè Royal Circle Bar (interamente decorato da quadri in ceramica) dove – come in tutti i pub – se trovi un posto a sedere puoi mangiare. Veniamo invitati a condividere il tavolo di una coppia di Glasgow in vacanza, con cui facciamo una bella chiacchierata ; uno sveglissimo cameriere che riesce da solo a gestire la sala gremita e incredibilmente ci recapita una ottima cena.
Non possiamo rinunciare poi ad un’ultima passeggiata notturna, attraverso il North Bridge che passa sopra la stazione ferroviaria, improvvisamente interrotta dallo spettacolo di fuochi d’artificio dal castello per il Military Tattoo. Bene …. nonostante qui la festa continui, noi per oggi salutiamo Edimburgo e torniamo al camper . Buonanotte.









Sabato 6 agosto 2022. Decidiamo di andare a fare colazione in centro e la Jessica (sentita una sua amica di Edimburgo) ci porta al Black Medicine Coffe, dove mangiamo superbi croissant dolci o salati, in un’ambiente degno del nome. Chiedo se posso acquistare un piatto del locale che mi ricordi questo bell’inizio di giornata e il barista me lo regala con un sorriso. Sento che oggi partiamo con il piede giusto.





Oggi Edimburgo è un grandissimo teatro : il Royal Mile non è più una strada ma un palcoscenico a cielo aperto, dove si susseguono artisti di strada, musicisti, spettacoli itineranti, centinaia di giovani attori in costume che con le più fantasiose strategie propongono decine di rappresentazioni e cercano il conquistare loro pubblico. L’atmosfera – superata l’iniziale confusione – è molto vitale ed allegra, con sorprese che possono apparire in ogni dove e in ogni momento. Ascoltiamo per un po’ due ragazzi che suonano la chitarra con un ritmo trascinante e ci dispiace non poter sentire tutta l’esibizione o partecipare allo spettacolo serale. Acquistiamo il loro CD e li salutiamo .
Dopo una rapida incursione nel cortile dell’Università , visitiamo il Gladstone Land , abitazione seicentesca di un benestante commerciante di stoffe ed affittacamere . Nel piccolo appartamento l’unica camera, riscaldata da un enorme camino, serviva da sala da pranzo camera da letto e bagno (rappresentato da una comoda che veniva utilizzata al bisogno, in un contesto generale di scarsissima igiene, con liquami che correvano nelle strade). Viveva qui una famiglia con 5 figli : il maggiore dormiva nel letto con i genitori, il piccolo nella culla, gli altri tre su un materasso che veniva tirato fuori la sera . Nella cucina viveva la domestica che dormiva in un letto a scomparsa incassato nella parete di fianco al camino, con pitale annesso. A salire le camere affittate, sempre più modeste mano a mano che si procedeva verso l’alto. Questo era il lusso….

















Arriviamo poi puntuali alla visita all’ Edimburgh Castle , che abbiamo prenotato ieri, attraversando l’Esplanade, una ampia piazza ora occupata dalle tribune allestite a sbalzo sullo strapiombo per assistere al Military Tattoo.
Il castello domina la città dall’altura rocciosa di un vulcano spento ; da qui si comprende l’importanza strategica della fortificazione, e si ammira il panorama più ampio della città e del mare. Attraversiamo il Portale di accesso, l’ Half Moon Battery (fortificazione semicircolare più esterno delle varie mura di difesa) e il Portcullis Gate (ulteriore porta fortificata di sbarramento) .
In questo primo slargo ci sono i passaggi di osservazione e le batterie di cannoni per accogliere i visitatori. Si arriva poi al National War Museum of Scotland (uniformi, armi, medaglie, cimeli, trofei, dipinti, documenti) , che non suscita la nostra passione, ma visitiamo velocemente per curiosità : mi soffermo ad osservare la scatola farmaceutica in dotazione ai militari più fortunati, oltre che i piccoli oggetti affettivi che i soldati portavano con se (fotografie, lettere, sassi, conchiglie…).
Negli altri edifici sono alloggiati alcuni corpi militari e si svolgono incontri di rappresentanza ad alto livello.
Arriviamo poi alle prigioni, quella militare per i soldati e quella più spartana per i prigionieri di guerra. Nel robusto muro di cinta una targa ricorda l’evasione clamorosa di un gruppo di 43 soldati.
Si arriva quindi al cuore del castello, la Crown Square quadrata con gli edifici più importanti e protetti : qui scopriamo che il castello non è in realtà un castello nel senso comune del termine, ma una cittadella militare fortificata . Il Palace, palazzo reale, è in realtà molto modesto, con alcune piccole stanzette spoglie. Fu ristrutturato per Maria Stuarda regina di Scozia che qui viveva con il consorte ; un bizzarro specchio rotondo consente di intravedere (un po’ come guardoni) l’angusta alcova dove Maria Stuarda diede alla luce Giacomo VI (praticamente uno sgabuzzino verde). Oggi accoglie solo i gioielli della corona (Honours of Scotland), i simboli più importanti della Scozia come nazione : la corona tempestata di gemme di Gacomo V incorpora la precedente di Roberto I , lo scettro sormontato da una enorme sfera di cristallo , la Stone of Destiny (la Pietra del Destino : la pietra sopra la quale Giacobbe sognò una scala di angeli che collegava cielo e terra, portata in Irlanda da alcuni missionari e da qui in Scozia : venne usata per l’incoronazione di tutti i re di Scozia fino al 1266, quando Edoardo I rubò quella che credeva essere la pietra del destino e la trasferì nell’Abbazia di Westminster a Londra, dove rimase fino al 1950 quando venne trafugata da un gruppo di nazionalisti scozzesi. Nel 1996, con fastosa cerimonia ufficiale la Stone of Destiny è stata riportata da Londra a Edimburgo, in uno dei molti tentativi del moribondo governo conservatore di convincere gli scozzesi che l’Unione era un’ottima cosa, nella completa indifferenza dell’opinione pubblica. In realtà ci sono molti dubbi sulla autenticità della pietra, un semplice blocco di arenaria liscia, dove mancherebbero alcune intricate incisioni ; si ritiene che gli astuti monaci di Scone abbiano consegnato ad Edoardo I il coperchio di un pozzo nero, ed abbiano nascosto la pietra originale in un luogo noto solo a pochissimi eletti.
Bene : dopo queste edificanti narrazioni, proseguiamo la visita degli edifici sugli altri lati della piazza reale, la Great Hall, camera delle sedute del Parlamento scozzese fino al 1639, e la Hall of Honour che ospita lo Scottish National War Memorial.































Usciti dal castello ripercorriamo il Royal Mile alla ricerca di un posto dove mangiare, impresa non semplice vista la folla. La Jessica ci porta al Makars Gourmet Mash Bar : geniale idea in cui il cliente può abbinare una serie di secondi di carne o verdura ad una serie di mash (patate schiacciate, insaporite con varie preparazioni) ad una serie di salse di accompagnamento, in moltissime possibilità di incrocio. Pranzo ottimo, con alcune citazioni letterarie .
Seguiamo poi le tracce sul selciato che ci conducono al vicino Writer’s Museum.
Saliamo e scendiamo scale vertiginose e la bella Victoria Street : una insolita strada curva su due livelli . Quello inferiore ospita negozi colorati sotto le arcate ; quello superiore una terrazza-passaggio pedonale. Anche qui non mancano scale, scalette, closes più o meno segreti.
Visitiamo il Grassmarket (la piazza dove si svolgeva l’antico mercato del bestiame, oggi affollata di bancarelle e circondata da pub, ristoranti e negozi turistici) e l’Armachair Book (libri antichi ed usati), e facciamo qualche foto dal Vennel Viewpoint.












Tramortiti entriamo in qualche negozio per acquistare un po’ di sciarpe scozzesi che regaleremo a Natale a tutti i parenti. Decidiamo di trascurare completamente The Holyroodhouse e la nuova controversa sede del Parlamento scozzese, che sta di fronte : teniamo qualcosa da vedere per quando torneremo. Rientriamo in camper e troviamo sul parabrezza una multa per divieto di sosta: 60 sterline, ridotte a 30 se paghiamo entro 14 giorni. Impieghiamo un po’ di tempo ad individuare l’evidente doppia striscia gialla sotto alle ruote del nostro camper, e quindi ci rassegnamo a pagare: meno di quanto ci sarebbe costato un qualsiasi parcheggio. Il sollievo per la sventata rimozione, la clemenza della municipalità, oltre all’aspetto grafico della multa (mai ricevuta prima una multa così bella), ci consolano .
Quindi siamo obbligati a spostarci e a cercare un’altro parcheggio ; dopo un tentativo fallito nei paraggi del Dean Village (ultima meta di Edimburgo), facciamo una veloce spesa, e troviamo una comoda area di sosta (gratuita) a Fettes Avenue di fronte alla sede della Polizia di Edimburgo, che consigliamo caldamente. Siamo circondati da altri camper e da numerosi mezzi della polizia di ogni dimensione, con agenti che vanno e vengono tranquilli. Cena leggerissima e buonanotte.


Domenica 7 agosto 2022. Dopo la colazione lunga passeggiata a piedi verso il Dean Village : piccolo villaggio sede degli antichi granai e mulini affacciati sul fiume Water of Leith, oggi riconvertiti in appartamenti esclusivi. Il villaggio vittoriano, uno degli angoli più pittoreschi e sorprendenti di Edimburgo, è incastonato sui ripidi argini del fiume , lungo il quale passeggiamo per alcuni Km. lungo la bella walkway (il percorso completo è 19 Km. ) che porta fino a Princess street.
Noi ci fermiamo prima per visitare la bella Circus Lane, e le più austere grandi piazze circolari Royal Circus e Moray Place circondate da eleganti e regolari palazzi settecenteschi.
Avvistiamo la Saint Stephen’s Church , dove è in cartellone Amleto di Shakespeare con Ian Mc Cullen (purtroppo sold out) : sin dai tempi della sua costruzione all’inizio dell’Ottocento, ha avuto una vocazione educativa (istruzione degli analfabeti) . Nel 2014 è stata acquistata (per 500.000 sterline) da un produttore di videogiochi, che avviò una fondazione con l’intento di preservare l’edificio e sviluppare iniziative legate all’arte al servizio della collettività . Nel 2017 Peter Schaufuss, stella della danza e fondatore del English National Ballet School, annunciò l’intento di fondare una scuola di teatro internazionale capace di attirare compagnie da tutto il mondo. La Ashton Hall è quindi diventata uno degli spazi teatrali più grandi della Scozia ; è attualmente la sede di molte attività culturali , della Scuola e dell’ Edinburgh Festival Ballet , della Scottish theatre school MGA Academy. Ovviamente è di diritto una delle sedi di punta del Fringe Festival.
Torniamo poi al nostro camper e salutiamo Edimburgo, diretti sulla costa a est .























Le nuvole che ci hanno accompagnato questa mattina sono velocemente spazzate via da un bel vento vivace. Sotto un cielo azzurro riprendiamo rapidamente confidenza con il giallo dorato dei campi, il fucsia dei fiori e tutti i verdi del panorama : e dopo la folla torniamo a respirare a pieni polmoni l’aria libera delle campagne. Arriviamo così a North Berwick. La bella cittadina è composta da una lunga fila di eleganti case vittoriane ed edoardiane affacciate su due enormi spiagge (est e ovest) : le due lunghissime mezzelune di sabbia dorata sono separate dal porticciolo e dal centro di osservazione degli uccelli che nidificano sull’enorme scoglio vulcanico di Bass Rock. Le sule sono stanziali, ma i pulcinella di mare, così come le foche che arrivano fino alle spiagge, hanno appena completato la migrazione di giugno sulle isole (Orcadi /Ebridi) .
Percorriamo tutta la prima spiaggia per poi proseguire nella via interna del paese, circondata da negozietti molto particolari. Avvistiamo anche un’opera di Bansky : sebbene non ci siano conferme sulla autenticità, si tratta sicuramente di una delle sue intuizioni ironiche.
Raffigura il topolino ( RAT , in inglese, che non casualmente è l’anagramma di ART ) Indica la direzione per mettersi in coda per la grande fuga, l’uscita di sicurezza … E indica proprio la spiaggia e -sulla sua estremità- l’ultima delle case, che –sono sicura- sta guardando il mare, con le sue belle finestre colorate di azzurro. E io RICONOSCO questa casa … riconosco la bellezza degli oggetti polverosi di una particolare quotidianità (che assomiglia tanto alla mia) e quelli regalati dal mare disposti oltre i vetri, riconosco la quiete che regna all’interno della veranda dove c’è la più bella cucina del mondo e un raccolto angolo per la musica, le tazze per il tè, una avvolgente poltroncina dove leggere o raccogliere le idee per scrivere : riconosco l’incanto della luce dorata che illumina tutto . Mentre ho quasi l’impressione un po’ strana di essere arrivata a casa, incrocio lo sguardo della proprietaria che mi osserva un po’ divertita, ma anche orgogliosa di tanto splendore. E sembra quasi che ci conosciamo un pò, senza saperlo….































Torniamo al camper e ci dirigiamo alle rovine del Tantallon castle, vecchio guardiano arrampicato sulla scogliera : le visite sono consentite solo all’esterno, perché ci sono strutture pericolanti.
Il castello sembra dialogare con l’acqua, con il vento che spettina i prati e con il Bass Rock, che svetta luminoso in mezzo al mare. E’ una roccia vulcanica ( sembra bianca solo perché completamente ricoperta di guano ) che potrebbe raccontare storie intriganti : questo approdo aspro ed ostile ha accolto santi, eremiti, soldati, re e prigionieri e naturalmente gli uccelli, i veri padroni. Un santo vi si stabilì in eremitaggio. Nel quattrocento la famiglia Larder vi costruì il castello : tra i visitatori si annovera anche il giovanissimo James I, dodicenne, in navigazione verso la Francia ; sfortunatamente fu imbarcato sulla nave sbagliata e trascorse 18 anni in una forzata residenza inglese. Nel cinquecento un battaglione di cento soldati difese strenuamente la roccia e sopravvisse mangiando pesce e scaldandosi bruciando i nidi degli uccelli. Nel seicento divenne una famosa prigione e tutto lo scoglio venne tenuto in ostaggio per tre anni da un gruppo di prigionieri giacobiti evasi. Dall’inizio del novecento lo scoglio fu abitato dal guardiano del faro, fino al 1988 quando venne automatizzato. Oggi è la casa di una delle più grandi colonie di sule al mondo, che vi soggiornano da febbraio a ottobre.
La sula bassana è un uccello marino dal corpo affusolato, con ali strette e un becco a punta leggermente ricurvo; la sua struttura corporea è perfettamente adatta per tuffi e immersioni (ha quattro narici due chiuse, due che si chiudono al contatto con l’acqua e sacche d’aria nel capo per attutire l’impatto con l’acqua) . Ha un piumaggio di colore bianco immacolato, con le punte delle ali nere. Gli occhi sono grigio-azzurri e circondati da pelle nuda e nera. La sula bassana è lunga 80–90 cm, ha un’apertura alare di 170–185 cm e pesa 2–3 kg. Durante l’allevamento dei pulcini, la testa e il collo diventano di un colore giallo pallido. Sono quasi completamente bianche, per aumentare la resistenza all’abrasione da parte del sole e del sale ; Darwin affermò anche che questa colorazione era un attrattante, col fine di segnalare la propria posizione alle altre sule per indicare la posizione dei banchi di pesci. Quando molte sule si tuffano in acqua su un banco si ha infatti confusione tra i pesci, che combinata con la fatica, rende massimale la probabilità di cattura da parte delle sule. Ha uno strato di grasso sottocutaneo per i lunghi periodi di digiuno, e inoltre per affondare maggiormente in acqua. Questi uccelli sono tuffatori spettacolari: possono lasciarsi cadere da 50 metri di altezza o volare in picchiata a 100 km/h per raggiungere la preda. Quando si tuffa (arrivando generalmente a 3-5 metri sotto la superficie con la sola spinta del tuffo, e poi potendo nuotare in basso fino a 10-12 metri) stringe le ali al corpo ripiegandole all’indietro assumendo la forma di freccia ; da questo comportamento deriva il nome celtico. La sula si nutre di piccoli pesci e granchietti che pesca anche in volo radente dai banchi che stanno in superficie. Anche se la popolazione di sule bassane è ora numerosa, questi uccelli rischiarono l’estinzione all’inizio del ventesimo secolo, con la caccia, la distruzione dell’habitat e la predazione delle loro uova da parte dei ratti. Questo uccello nidifica in colonie numerosissime dove fa ritorno ogni anno; i nidi, molti e molto vicini, sono posti su scogliere o isole rocciose. Le più grandi colonie di questo uccello, con oltre 60.000 esemplari, si trovano sull’isola di Bonaventure, in Canada (Quebec), e in Gran Bretagna (dove si trovano il 70% delle sule bassane del mondo) sull’isola di Boreray e su quella di Bass Rock che ha dato il nome alla specie. La sula forma coppie fisse, che durano anche tutta la vita. Nella stagione riproduttiva, la femmina depone un solo uovo, di colore celeste, che viene covato da entrambi i genitori. La sula bassana difende il nido con aggressività da qualsiasi minaccia, non esitando a colpire altri individui con forti beccate. I piccoli, di colore marrone, lasciano il nido a 3 mesi e emigrano senza i genitori. Raggiungono la maturità dopo cinque anni. La stagione degli amori inizia tra febbraio e marzo. In questo periodo abbandonano il mare per spostarsi sulla terra ferma per costruire il nido con alghe e steli raccolti tra quelli che galleggiano sulla superficie dell’acqua. Descrizione scientifica da: https://it.wikipedia.org/wiki/Morus_bassanus
Vorremmo entrare in campeggio , ma l’unico in zona è pieno ed ha chiuso la reception. Per cui decidiamo di tornare alla bella area di sosta che abbiamo intravisto all’inizio della spiaggia di Nord Berwick, anche perché riusciamo a prenotare la cena ad un ristorante che ci ispira e che ci sembra un buon modo per concludere il viaggio. Arriviamo al parcheggio che è rappresentato da un’ampio slargo SULLA scogliera che chiude la enorme baia di North Berwick : sembra di essere in volo sul mare. Passeggiata fantastica verso il centro ammirando da vicino le belle residenze del paese. Cena ottima, con la consueta soup of the day e una buonissima sogliola .
Ritorniamo al camper giusto per ammirare incantati il fantastico tramonto con cui la Scozia ci saluta (e mi scuso sin d’ora per il numero di foto, che però non riesco ad eliminare).
E direi che non servono altre parole.





















































Lunedì 8 agosto 2022. Con gli occhi ancora rosa, iniziamo il viaggio di ritorno, con poche tappe veloci di trasferimento. Decidiamo di non correre troppo e ci fermiamo a Melrose per visitare le suggestive rovine dell’Abbazia benedettina .
Ci osservano dall’alto numerose gargolle maligne : bestie accovacciate, maiali che suonano la cornamusa, angeli spaventati.
Sembra che qui sia sepolto in uno scrigno il cuore di Robert I the Bruce che combattè a lungo contro l’Inghilterra per l’indipendenza della Scozia con alterne vicende , ed alla fine sconfisse un esercito molto più grande del proprio.
























Il paesino meriterebbe una visita più approfondita, ma oramai non abbiamo tempo e quindi facciamo una veloce colazione/pranzo e partiamo. Percorriamo la regione dei Border ed il paesaggio si addolcisce, mantenendo la sua forza . A Carter Bar , al confine tra Inghilterra e Scozia, le colline dai profili arrotondati e dolci sono colline viola, porpora, completamente ricoperte solo da un fitto tappeto di erica fiorita ; i prati sono scompigliati dal vento, pieni di fiori brillanti in un mare di tutte le tonalità di verde. Il vento ci scompiglia capelli e pensieri che volano liberi . Anche la strada sembra danzare con tutto il resto, con salite e discese in molteplici e rapide successioni. Incanto assoluto . Mi viene da piangere dalla commozione.

























Infine arriviamo a York, dove entriamo fortunosamente in campeggio : quando arriviamo l’impiegata ci dice che purtroppo è tutto pieno ; il campsite però fa parte della rete del Caravan and Motorhome Club e quando li informiamo che siamo soci trovano il modo di accoglierci . In Inghilterra non è ammesso lasciare fuori dalla porta un membro del club : ci fanno festa anche i due cani labrador alla reception !
Siamo quindi di nuovo con le gambe in spalla : passeggiamo in città, prima sulla bella cerchia di mura, poi nei vicoli medioevali della città, piena di case a graticcio. I cani di York continuano a darci grandi segni di apprezzamento.
Passeggiamo attorno alla immensa Cattedrale, vero fulcro della città, che sembra seguirci in ogni dove ; nella via più visitata del mondo, The Shambles, dove gli edifici Tudor del 1500 sono talmente inclinati, che sembrano toccarsi sopra le nostre teste ; dopo la cena in un ristorante italiano (soup of the day : verdure miste e prosciutto, spaghetti gamberi-mozzarella-pistacchio) , torniamo a passeggiare sotto il massiccio castello, un enorme cilindro in cima ad una ripida collinetta ; e poi – sfiniti- lungo il fiume fino al nostro letto. Prima di dormire faccio una doccia rigenerante.













































Martedì 9 agosto 2022. Doccia rigenerante per la Jessica e usciamo dal campeggio, dove dovremo rientrare prima delle 11.30, perché poi chiuderanno l’accesso per lavori stradali. Non possiamo però lasciare York senza far visita alla splendida cattedrale, che abbiamo prenotato ieri sera. Colazione al Perky peacock (il pavone vivace), minuscolo bar nella torre adiacente al fiume, con i tavolini sulle scale che portano in acqua. Arriviamo alla cattedrale, York Minster, giusti per l’apertura : è “uno degli edifici gotici più belli al mondo” dice la nostra guida, la cattedrale medioevale più grande del nord Europa, seconda solo a Canterbury, sede del Primate di tutta l’Inghilterra. Quando entriamo è il volume degli spazi ad impressionarci e lo stile lineare e pulito, che ad un primo sguardo la fanno sembrare quasi vuota.
Meravigliosa la sala capitolare ottagonale.






































Corriamo poi ancora tra i vicoli del centro medioevale, facendo alcune piccole spese e partiamo. Questa volta il viaggio finisce davvero a Londra : approdiamo al nostro Christal Palace Campsite dove ci fermeremo ancora qualche giorno, in totale riposo, che ci serve per affrontare il trasferimento Londra/Como (1215 Km.). La Jessica corre a prendere la metropolitana per casa.
Al Christal Palace Campsite oramai siamo di casa : all’ingresso ci riforniscono di acqua e di gettoni per la lavatrice (oramai improrogabile). Gabriele è identificato come Mr Mattarelli, the Man with the Rainbow Braces (l’Uomo dalle Bretelle Arcobaleno) : forse lo hanno registrato così anche alla reception . E con la fine del viaggio iniziano le lavatrici : accogliamo numerose signore campeggiatrici che vengono sorridenti a chiedere informazioni sull’uso delle lavatrici del campeggio e consigli di lavaggio a Mr. Raimbow Braces che si aggira soddisfatto e comodamente abbigliato con pantaloni retti da bretelle sgargianti, maglietta bianca (infilata dentro), calzini bianchi e ciabattine nere di gomma …. Nonostante ciò le signore inglesi mostrano una evidente ammirazione per un soggetto di sesso maschile in grado di completare diversi tipi di lavaggio .
Solite dimostrazioni di affetto e rilassamento da parte dei nostri amici all’arrivo a casa.
Come si dice : alla prossima !!!!










Ultime foto (giuro) di varie cartelle raminghe….





































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































