Bretagna – Costa di granito rosa e sentiero dei doganieri

Giovedì 21 agosto riusciamo ad entrare nel’affollata area situata nel cuore della costa di granito rosa, che ci consentirà di visitarla tutta a piedi, utilizzando anche la comoda fermata dei bus di Le Ranoilien per i rientri serali.  Siamo contenti di aver rinunciato a varie tappe del nostro percorso (che avrebbe richiesto almeno un mese completo), perche i prossimi tre giorni ci regaleranno l’incontro con un territorio indimenticabile .

Nel cuore della Cotes d’Armor, in uno degli angoli più affascinanti della Bretagna, si trova la Costa di Granito Rosa: la roccia, in questo tratto di mare, è caratterizzata da una incredibile colorazione rosa e si presenterà a voi in forme spesso bizzarre e stravaganti, che si alternano a insenature verdissime e vivaci stazioni balneari. Il colore rosa dei graniti è dovuto a una particolare miscela di quarzo, mica, feldspato e ossido di ferro. Dopo l’ossidazione ad una temperatura di circa 800 ° C, il granito diventa rosa. Questo è un fenomeno raro che si è verificato solo in Bretagna, in Corsica e in Cina. La costa di granito rosa si estende per circa 16 km dalla città di Trébeurden a Perros-Guirec, attraversando 4 comuni tra cui Trébeurden, Pleumer-Bodou, Trégastel e Perros-Guirec. Ogni città ha il suo angolo di paradiso che vale la pena esplorare. – https://www.franciaturismo.net/bretagna/cotes-darmor/perros-guirec-costa-granito-rosa/

Il primo giorno partiamo alla grande: il cielo è azzurro e limpido, il sole caldo, facciamo una stupenda passeggiata di 8 km (che potrebbero essere 80 per la meraviglia che continuamente si apre al nostro sguardo ) lungo il sentiero dei doganieri, da Perros Guirec a la spiaggia di Saint Guirec. Facciamo il nostro picnic appollaiati in una bellissima roccia di granito, che ci rinfresca anche un po’.  Ovunque guardiamo scopriamo solo la Meraviglia : enormi massi rosa, scolpiti dal mare, dalla pioggia e dal vento, dalle forme più fantasiose ed evocative . Rocce da scalare, su cui stare in precario equilibrio protesi nella brezza respirando il mare, nelle quali sdraiarsi, accoccolarsi, sulle quali sedersi contemplando la bellezza, dalle forme sempre e sempre ed ancora nuove ovunque il nostro sguardo si posi. Fino ai due massi che si baciano, proprio sotto al Faro.

Rimaniamo abbastanza stupiti dalla totale assenza di strutture balneari pubbliche : in Francia le coste ed il mare sono di tutti ; ed ammiriamo anche la presenza di molte bellissime abitazione appollaiate tra i massi della costa, senza rovinare o invadere l’ambiente  .  Arrivati alla spiaggia facciamo una passeggiata nel borgo e facciamo alcuni acquisti (un bellissimo cappello antipioggia giallo, una morbidissima felpa a righe per Gabriele, ed una calda felpa blu per me) e ci gustiamo un buon gelato (scopro il limone al basilico).

Venerdì 22 agosto sempre baciati dal sole e da un cielo azzurro e limpido, decidiamo di completare il sentiero dei doganieri con il tratto – meno affollato ma altrettanto spettacolare – che va dal Moulin a Maree di Tregastel (un mulino azionato dalle maree : quando cresce la marea, l’acqua del mare riempie un grande bacino intrappolato da chiuse , ed il deflusso dell’acqua verso il mare viene incanalato in due stretti passaggi che muovono le ruote e le macine del mulino) e attraversa tutte le spiagge (Sant’Anna, Coz Pors…) affacciate sull’arcipelago delle Septe Iles (riserva integrale che permette la nidificazioni di molti uccelli) e compie il periplo de l’Ile Renote (in realtà una penisola). Al mattino costeggiamo ampie spiagge in bassa marea, con le barche arenate ; le stesse spiagge la sera saranno completamente riconquistate dal mare : cambiano i colori, le forme, i riflessi, l’atmosfera, nel continuo divenire di un paesaggio vivo, che respira e si muove.

Ci concediamo il nostro primo ed ottimo pranzo di pesce (con un buon bicchiere di vino bianco) al ristorante Le Transat : zuppa di pesce, baccalà mantecato su tortino di bietola rossa, piccole cozze alla marinara (ci spiegano che rimangono così piccole per l’alternarsi dell’alta e bassa marea), un trancio di merluzzo alla marinara (con molte verdurine). Dopo 14 Km. a piedi, ed una spesa serale, decidiamo di rientrare in bus. Procedendo per il sentiero sulla costa incontriamo sempre nuovi e spettacolari panorami, che sembrano non finire mai : nel mare si stagliano scogliere affioranti, i profili delle sette isole, in un susseguirsi infinito di orizzonti .

Sabato 23 agosto ci spostiamo di poco verso est e ci trasferiamo all’area di sosta di Trevou-Treguignec, sempre accompagnati dal sole e dall’azzurro. Partiamo immediatamente per una importante biciclettata (38 Km) tutti in salita/discesa associata ad un bel percorso a piedi (7 Km) , che ci portano lungo la costa fino a la Pointe du Chateau. Non abbiamo portato niente da mangiare, ma per fortuna a Port Blanc troviamo lo spettacolare Restaurant de Le Grand Hotel de Port Blanc : a parte il nome ridondante, si tratta di una piccolissima frazione di Penvenan (tutta l’ampia area comunale conta 2700 abitanti) :  il piccolo borgo sembra ospitare più barche che case. Mangiamo le moules marine’, un piatto di gamberetti e maionese, un piatto di  pesce freddo (con una mousse di merluzzo e cipollotti fantastica, sgombro ed altri pesci affumicati). Procedendo, le spiagge diventano sempre più brulle, quasi un deserto roccioso affacciato sul mare.

Dopo molte salite e discese, arriviamo infine  alla Pointe du Chateau, dove ritroviamo la casa del guardiacoste , magicamente incastonata tra  due rocce annidate su uno scoglio che la protegge dal mare.

L’immagine della casetta costruita tra le rocce sul mare è diventata famosissima dopo essere stata una delle copertine memorabili della rivista Bell’Europa : il mare punteggiato di scogli affioranti, la risacca delle onde sugli scogli, creano un’atmosfera potente e minacciosa, in cui offre la piccola casetta costruita tra le rocce crea un rifugio caloroso e sicuro , rispecchiandosi nella ferma superficie della spiaggetta circolare, che rivive e respira con le maree .

L’arrivo però ci riserva una piccola delusione : la casa è ora abitata dal nipote del vecchio proprietario, che giustamente impedisce l’avvicinamento dei turisti anche per evitare il danneggiamento dell’area naturale, ma – cosa più disturbante – parcheggia la propria automobile (e quelle degli ospiti) di fronte alla bellissima casetta.   Non posso dargli torto : anch’io abiterei questo paradiso, ma forse un riparo per l’auto lo si potrebbe trovare.  

Alla maison de littoral vediamo una bella esposizione delle bellissime fotografie di Theo Maynier : la scelta della stampa in bianco e nero dona alle immagini del mare una immediata centratura sulla vita dei suoi abitanti e ci porta a nuotare insieme a loro e ad interrogarci sulla loro esistenza.

https://www.theomaynier.com/

La pedalata di rientro è un po’ faticosa, e fortunatamente troviamo una scorciatoria distante dal mare ma  abbastanza pianeggiante. Abbiamo gli occhi e il cuore pieno della gioia, dell’energia, della luce, dei colori, del vento , dei sapori che hanno riempito queste giornate.

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